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04/12/11

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  • TITOLO : L'addio di Lucio Magri
  • Sottotitolo : L'ultima stagione dell'utopia
  • Autore : 100news.it
  • Numero Pagine : 75
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Un pilastro portante del “Manifesto”, della rivista e del partito. L’interprete di una maniera di concepire la sinistra italiana diversa da ogni schema. Lucio Magri si è spento il 28 novembre in una clinica svizzera, dove si era recato per porre termine alla propria vita, di sua volontà. «Da molto tempo – ha scritto Valentino Parlato sul manifesto – Lucio Magri ci aveva comunicato la sua decisione di togliersi la vita. Avevamo discusso e cercato di dissuaderlo perché avevamo bisogno di lui, della sua intelligenza e del suo impegno. Non ci siamo riusciti». – come scrive Nello Ajello su Repubblica – è stato Lucio Magri per chi lo ha conosciuto. Magri era entrato nel Partito comunista italiano poco più che ventenne, dopo un’esperienza nella gioventù democristiana di Bergamo. In breve tempo arrivò a Botteghe Oscure. Nel 1969, dopo lo shock dell’invasione sovietica della Cecoslovacchia, in dissenso con le timidezze e le reticenze del Pci fu con Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Eliseo Milani, Luciana Castellina, Massimo Caprara e molti altri militanti comunisti tra gli animatori del gruppo che diede vita alla rivista “il manifesto”.
Per questa scelta venne radiato dal partito. Ma la sua attività politica proseguì ininterrotta negli anni, come ininterrotta fu la passione politica che lo animava.Fondò il Partito di unità proletaria per il comunismo, poi rientrò nel Pci, dove rimase fino alla nascita del Pds. In quegli anni partecipò poi alla nascita di Rifondazione comunista. Nel 2009 ha pubblicato un libro, “Il sarto di Ulm” (Il Saggiatore), che ripercorre la storia del Partito comunista italiano e la sua personale.